ROLEX : AGAINST THE TIDE.

Written on 11/29/2022


Oggi viviamo un momento storico in cui economia e finanza sono a livello globale con il fiato corto . Negli USA i listini americani viaggiano con dati invariati , petrolio debole ai minimi dell’anno con 74$ al barile ed il treasury a 10 anni a 3,641% . In area EURO lo spread Btp/Bund apre la settimana a 188,4 bp area ed il cambio Eur/Usd si attesta a 1,0377 . In ASIA le borse sono generalmente negative, il cambio USD/JPY è a 138 e la People’s Bank of China ha pubblicamente dichiarato che il taglio di 0,25 punti percentuali del coefficiente di riserva obbligatoria permetterà di immettere 500 miliardi di yuan , pari ad oltre 70 miliardi di dollari, in liquidità a lungo termine nell’economia interna oggi ancora segnata dal perdurare del ciclo da interruzioni del coronavirus .Orbene in un contesto dove inflazione, guerra e crisi generalizzata la fanno da padroni esiste un mercato che continua a correre perché produttore di beni di lusso ma, oggi più che mai, beni rifugio che nel periodo pre e post covid , soprattutto nei tre marchi Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet hanno raggiunto quotazioni più che triplicate . Tra questi marchi come detto figura la Rolex , di gran lunga il più grande produttore di orologi al mondo, che nonostante il lungo periodo di crisi socio –economico vissuto , nei prossimi 4 anni creerà più di 2.000 nuovi posti di lavoro nella città di Bulle, nel Cantone di Friburgo in Svizzera , paesino situato a 20 km da Montreux sul Lago di Ginevra , costruendo un nuovo sito di produzione con un investimento diretto previsto di oltre 1 miliardo di euro, un progetto di portata unica quanto eccezionale. A livello puramente economico la Rolex non rende mai pubblici i propri dati sulla produzione, ma una stima di settore estremamente attendibile riferisce di una produzione annua che supera 1 milione di orologi all’anno. Il fatturato per l’esercizio 2021 reso pubblico da Morgan Stanley parla di 8 miliardi di dollari.